L’abbecedario di BEHONEST: B come Bilancio Sociale
- 29 Marzo 2021
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Dal 30 giugno 2021 gli Enti che vorranno iscriversi al nuovo Registro Unico del Terzo Settore avranno l’obbligo di presentare, assieme al Bilancio Economico, il proprio Bilancio Sociale, un documento di rendicontazione volto a comunicare i risultati che l’attività dell’Ente ha ottenuto, non limitandosi a quelli finanziari ma, anzi, includendo quelli sociali, gestionali e ambientali.
Per lungo tempo il Terzo Settore è stato limitato da una comunicazione legata esclusivamente ai dati economici riportati nel bilancio di esercizio, che poco riescono a descrivere il valore sociale creato a vantaggio della comunità di riferimento.
Per questo motivo se da un lato la stesura del Bilancio Sociale è disposta per legge per alcune categorie del Terzo Settore (Imprese e Cooperative Sociali, Enti Non Profit con un fatturato superiore al milione di euro, CSV), lo stesso può diventare uno strumento volontario utile per qualsiasi Ente che desideri evidenziare il proprio lavoro con risultati misurabili, attrarre nuovi investimenti e far conoscere la propria strategia, internamente ed esternamente.
I principi cardine del Bilancio Sociale
Affinché gli Enti del Terzo Settore si avvantaggino di uno strumento come il Bilancio Sociale è necessario avere in mente due principi che lo caratterizzano e distinguono dal Bilancio d’Esercizio: il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e la dinamicità nel tempo delle informazioni analizzate.
Con il termine stakeholder si intendono in questo caso non solo donatori, investitori e istituzioni, ma anche la governance, i lavoratori, i volontari, la comunità di riferimento e chi in generale beneficia dell’operato dell’Ente. Il Bilancio Sociale è uno strumento molto più completo rispetto al bilancio economico, perché coinvolge una platea di soggetti diversi: la richiesta di feedback e quindi la partecipazione collettiva alla misurazione dell’Organizzazione e della preparazione della programmazione futura, rendono il Bilancio Sociale un’occasione perché l’Ente possa dimostrarsi inclusivo e aperto all’esterno.
Riguardo la dinamicità delle informazioni nel tempo, il Bilancio Sociale nel raccontare l’Organizzazione attraverso i risultati sociali, ambientali, di gestione ed economici e il percorso intrapreso per raggiungerli, fornisce anche un’immagine sulla progettualità, definendo la strategia futura: non racconta solo cosa è stato realizzato e come, ma propone anche una visione su come intende proseguire per realizzare la propria mission.
L’utilità del Bilancio Sociale
Quello che il Bilancio Sociale chiede non è nient’altro che ordinare e avere metodo nel presentare quello che l’ente ha realizzato in termini di valore sociale per gli stakeholder. Pur non essendo stato individuato uno standard di reportistica da seguire, sono tuttavia state introdotte delle linee guida per la redazione del documento dal decreto del 4 luglio 2019 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La priorità per la rendicontazione dei Bilanci Sociali, almeno per questa prima fase, è quindi quella di creare un sistema efficace di monitoraggio e valutazione dei propri processi che possa produrre una documentazione esaustiva e proiettata agli obiettivi di sviluppo dell’Ente futuri.